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Storia del coro - GABRIELE

Gabriele

Il mio ricordo degli inizi del coro è molto sfocato…non mi ricordo esattamente come e quando è iniziata la mia partecipazione, perché comunque è stata (in un certo senso) una realtà sempre presente per me, visto che mia sorella più grande (Raffaella) ne faceva già parte. Lei era (ed oggi è tornata, dopo un matrimonio ed un figlio) tra i soprani e, come ha ricordato anche Irene, c’è stato un periodo in cui ne ha anche preso l’eredità direttiva…forse per il suo carattere “forte” e l’esperienza acquistata con la costanza degli anni precedenti. Comunque, questa è un’altra storia che non sta a me raccontare, visto che ne so anche poco e niente. Io mi ricordo solo di essere diventato parte “attiva” della comunità parrocchiale soprattutto dopo aver imparato a suonare la chitarra negli scout (i primi accordi li ho imparati con la mia Clarissa acustica – stessa chitarra degli inizi di Liga!). E quando uno frequenta la propria parrocchia, e in più sa suonare la chitarra, prima o poi a messa ci suoni! Solo che all’inizio suonavo esclusivamente alle messe domenicali, e non solenni, dove il coro era “solennemente” accompagnato dalla tastiera. Anche perché io ero veramente all’inizio e stavo imparando ancora (grazie a molte persone, tra cui Riccardo) i mille e più segreti della chitarra. Mi ricordo quando alla messa delle 10:30 suonavamo io, Riccardo e Lino…quante risate! Ma questa è un’altra storia ancora…

Per me la chitarra rimane uno strumento che nasconde ancora tanti segreti…di imparare non si finisce mai, soprattutto per me che mi sono avvicinato allo strumento in maniera molto autodidattica…chiunque ne sapesse di più, per me diventava un “maestro” da cui imparare (e tutt’ora è cosi!). E fra questi, ovviamente, c’era anche Massimo, il direttore del coro di quegli anni.

Esattamente come e quando non mi ricordo, molto probabilmente con la “raccomandazione” di mia sorella, ma il passo dalle messe domenicali a quelle solenni con il coro è stato breve.

Ovviamente, all’inizio per me era una sorta di “sogno”…fino a qualche tempo prima assistevo alle messe solenni avvolto dalla voce del coro che sovrastava tutto e tutti dall’alto della cantoria…stare lì sopra era completamente diverso. Tanto per cominciare bisognava abituarsi a sentire in maniera diversa il coro stesso. Ovviamente senti di più la voce di chi ti sta accanto e i più lontani a volte non li senti proprio…e così le canzoni mi “suonavano” diverse da come le sapevo! Se poi a questo si aggiunge la paura di sbagliare (non mi sentivo molto all’altezza), la paura di rovinare le canzoni solenni già “collaudate” con la tastiera…insomma, tanta e tanta paura di osare a farmi sentire, che è anche il più grande errore di chi suona (o canta): con il tempo ho imparato che la sicurezza è tutto, anche quando si sbaglia (forse non solo nella musica…)!

Non ho aneddoti, ché purtroppo la memoria fa cilecca, ma sicuramente con il tempo ho preso sempre più coraggio, soprattutto nelle canzoni per le messe di Pasqua, in cui la ritmica della chitarra è quasi fondamentale! Lì piano piano ho scoperto che ero davvero d’aiuto ai coristi…mi ricordo ancora una lezione privata di “Resurrezione” con Massimo e Nicolone!

Con il tempo la mia tecnica è sicuramente (e per fortuna!) migliorata…ho fatto esperienze che mi hanno aiutato moltissimo (suonando, per esempio, il basso – leggendo lo spartito – in un’orchestra di 25 elementi…) e la “personalità” musicale molto probabilmente è venuta fuori.

Non voglio essere troppo lungo, ma una cosa la voglio chiarire e approfitto di questo racconto…lo sapete perché mi sono limitato sempre e solo a suonare? Semplice: perché quando ho iniziato a suonare la chitarra (verso i 13/14 anni) ero in piena fase di cambio di voce…e quindi, appena provavo a cantare avevo certi sbalzi incontrollabili che tutti (praticamente) mi dicevano “stai zitto, che è meglio!” ed io così mi sono dedicato esclusivamente alla chitarra (e poi al basso), rinunciando ad esercitare l’altro strumento, che è la voce…e oggi pago le mie scelte fatte in precedenza, non ho una voce “educata” e penso ancora a quel “stai zitto, che è meglio!”…ma spero di essermi riscattato con la chitarra! Anche se ogni tanto, ammetto, la voglia di cantare c’è…

Altri eventi mi hanno portato ad allontanarmi dal coro…sono tornato da poco più di un anno (se non ricordo male, per le messe di Pasqua 2006), dopo un periodo di poca costanza (in realtà aiutavo ad animare le messe al Crocifisso, seguendo il cuore e non la ragione…), ma con molto piacere sono stato ri-accolto in maniera splendida. Il gruppo è sì eterogeneo, ma unito e perciò preferisco ancora muovermi “in punta di piedi”, rispettando il lavoro che è stato fatto e contribuendo con quel che posso al lavoro che ancora c’è da fare, mettendomi sempre a disposizione del gruppo. Da buon bassista (anche se nel coro suono la chitarra!), preferisco stare a “metà campo” (usando una metafora calcistica) e contribuire alla vittoria della squadra, con piccole giocate e a volte qualche gol, ma rimanendo sempre lì, “lì nel mezzo!” (e per favore niente censura a questa frase…ogni riferimento “ligabuiano” è puramente casuale!).

Questo è più o meno la storia del coro vista dai miei occhi…forse sarebbe meglio dire: questo è stato, e continua ad essere, il coro nella storia della mia vita…

Quante altre vite si sono intrecciate in questa storia?

Passo la palla a…